FIAB Genova chiede il biciplan
Il Biciplan, un’opportunità per migliorare la mobilità nella città metropolitana di Genova.
In questi giorni tristi, in cui il cambiamento climatico e l’incuria dell’uomo hanno creato disastri tali da ledere il diritto costituzionale alla mobilità, è divenuto urgente intervenire. A differenza di qualche anno fa, ora abbiamo anche degli strumenti legislativi ispirati ad un diverso modello di sviluppo – quello della mobilità sostenibile – che ci indirizzano e che devono essere attuati.
La Legge 11 gennaio 2018, n. 2 sulla mobilità ciclistica promuove, tra l’altro, l’uso della bicicletta al fine di migliorare la mobilità urbana. All’articolo 6 stabilisce che le città metropolitane adottano i piani urbani della mobilità ciclistica, denominati «biciplan». Questi sono piani di settore del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), finalizzati a definire gli obiettivi, le strategie e le azioni necessarie a promuovere e intensificare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto, sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative, e a migliorare la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni.
Nella città metropolitana di Genova il PUMS è stato approvato nel luglio 2019; è quindi venuto il momento di procedere alla redazione del Biciplan: il numero dei ciclisti dell’area genovese è sensibilmente aumentato e non è più possibile ignorare le istanze di questo tipo di utenti della strada.
Per questo motivo FIAB Genova ha scritto al Sindaco Metropolitano Marco Bucci ed al Consigliere Delegato ai Trasporti Claudio Garbarino chiedendo l’avvio dell’ter per la costruzione del Biciplan.
La ex Provincia di Genova è peraltro interessata da una grande infrastruttura ciclistica nazionale che è la Ciclovia Tirrenica, che sta anche ottenendo cospicui finanziamenti: recentissima (7.11.2019) è la stipula dell’intesa fra le Regioni Liguria, Toscana e Lazio per la suddivisione di sedici milioni di euro stanziati dal MIT a tal scopo. E’ fondamentale pianificare fin da subito anche tutto quello che sta intorno a questa ciclovia, che rappresenta un’ottima opportunità per migliorare la mobilità e quindi la qualità della vita di tutti, abitanti stanziali e turisti. Sarebbe un grave errore farsi trovare impreparati e rallentare ulteriormente una svolta che in altri paesi è stata compiuta da almeno trent’anni.